
Last Updated on Gennaio 9, 2020 by gianluca benvenuto
Oggi sono qua, a casa dei miei genitori:
Pasquetta in famiglia; seduto su una sedia ( perché il divano è stato già assalito come una preda da alcuni ospiti) e mi è venuta voglia di scrivere di getto questo articolo dedicato alla Pasquetta.
Così come viene, senza particolari aspettative e senza alcun obiettivo specifico se non quello di scrivere qualche pensiero su questo giorno di Festività Cristiana , con una grande popolarità laica.
Tralasciando la parte strettamente religiosa, la Pasquetta di cui parlo è la Pasquetta fatta di grigliate, tavolate e sorrisi.
Da ragazzino era una tradizione …

pasquetta in famiglia 2019
PASQUETTA IN FAMIGLIA
Il picnic era d’obbligo. Si faceva la spesa quindici giorni prima della Pasqua. Si prenotava l’agnello.
Le previsioni non si guardavano neppure. Sole, pioggia o vento il picnic si doveva fare…. Un anno che faceva freddo e c’era neve abbiamo fatto il picnic in casa …ricordo mio padre che si era travestito da betulla per ricreare l’ambiente del bosco e mio zio che faceva la pipì contro l’albero per rendere più reale la scenografia….
Ah…. non ci sono più le mezze stagioni…
Un tempo le vacanze di Pasqua erano l’inizio della stagione della fine della scuola. Si gustava già il sapore delle vacanze estive. Le prime scampagnate , le prime gite al mare di una giornata ( mio padre era il campione mondiale delle partenze intelligenti alle 3.25 del mattino per evitare code al casello).
Le uova di Pasqua. Ricoperte di carta azzurra per i maschietti e di carta rosa per le femminucce. Si rompevano alla mattina del giorno di Pasqua e si mangiava un pezzettino e poi si metteva via perché “altrimenti ti viene il mal di pancia e poi a pranzo non mangi niente”.
Che poi il “non mangiare niente” voleva dire non mangiare il primo, secondo, terzo, contorno del secondo e del terzo. Dolce pasquale e dolce natalizio che era avanzato ( che non si butta via niente)…
E la sorpresina .. di solito consisteva sempre in qualcosa da attaccare, costruire o montare . Tipo un’Ikea per bambini.
Da noi la Pasquetta significava gita fuori porta.
La sera prima venivano impartiti i compiti:
C’era chi friggeva le cucuzze , chi riempiva i bottiglioni di vino e chi preparava le tovaglie, i bicchieri ( di vetro).
Al mattino si andava a comprare il pane calabrese e si andava in montagna. Si partiva presto per prenotare il tavolo e si tornava tardi per non abbandonare il tavolo…
E un altro giorno che faceva brutto, facemmo il picnic in casa. Mio padre si svegliò prestissimo e andò in cucina per prenotare il tavolo, ma era già occupato da mia mamma. Alla fine facemmo la gita fuori porta, proprio fuori dalla porta…
I tempi passano ma la voglia di condividere e di sorridere alla vita no…
Buona Pasquetta in famiglia oppure no,basta che sia col sorriso.