Last Updated on Dicembre 3, 2020 by gianluca benvenuto
Mens sana in corpore sano.
Non vuol dire che in un corpo sano ci sia una mente sana. Basta guardarsi intorno per rendersi conto.
Eppure mi ricordo che da bambino per spronarmi a fare sport mia mamma in calabrese mi diceva:” Vai figghiu, non ti incaricare, non studiare, va puro u’ ioca, che quando torni a casa facimo i conti”.
“facimo i conti” è la frase più usata dalla mamme dei miei tempi, più di quanto la utilizzano i commercialisti oggi.
E così, nonostante mi aspettassero i conti a casa, andavo a giocare. Poi nel tempo ho iniziato a giocare facendo sport.
Perché lo sport è gioco. Il gioco fa bene alla salute. Salute è benessere.
LO SPORT FA BENE ALLA SALUTE
Quando ero ragazzino io, lo sport era vissuto così:
- I cortili erano la nostra palestra.
- La palestra era attiva nelle quattro stagioni. Noi ragazzi eravamo al tempo stesso allenatori, atleti, supporters e perfino majorettes
- In estate si usciva in canotta bianca e pantaloncini blu e calze col risvolto.
- In autunno eri costretto ad indossare il berretto da lupetto degli scout.
- In inverno, era l’ora dei guanti imbottiti con il solo pollice separato ( muffola). Era ideale quando facevi bim-bum-bam e per fare i gestacci ai tuoi amici. Ma per la mamma erano di moda…. ( si diceva così quando era l’unica possibilità di scelta)
- In primavera, c’era la maglietta della salute, perchè figghiu, marzu esti mattarello, pigli friddu e poi sarti a scola.
- Soprattutto noi maschietti, ci sentivamo quasi tutti Maradona o Pelé o Dino Zoff. Le mie amiche si sentivano La Cuccarini o Heater Parisi.
Il pallone era il nostro EGO.
Chi arrivava in cortile con il pallone era colui che decideva. Decideva se giocare a scartaccio, a calcio-tennis, a rigori o fare la partitella.
E ovviamente se perdeva, la prima cosa che faceva era portare via il pallone. E naturalmente voleva avere tutta la ragione.
Se vinceva poteva fare il figo con le ragazze.
Che poi fare il figo, voleva dire prenderle in giro.
Perché l’adolescente fa così. Se gli piace una ragazzina, la prende per il culo.
Si fa grande davanti ai suoi amici. Poi sta male se la ragazza limona con un altro.
Ma torniamo allo sport dei bambini.

LO SPORT E’ SALUTE
La mia esperienza sportiva da bambino è degna di traccia olimpiade.
Ho iniziato con il pattinaggio su ghiaccio. Due giorni e stop. Il ghiaccio era freddo.
Sono andato a giocare a basket. Non so come ma ho capito che una dimensione del mio corpo non mi avrebbe facilitato l’impresa. Tre allenamenti e stop. Il canestro era troppo lontano e la palla nei rimbalzi superava la mia testa.
Poi è arrivato il calcio. Quale bambino non vorrebbe giocare a calcio. Diventare Pelé è (era) il sogno di ogni bambino. Okay, due allenamenti, una partita amichevole in cui sono entrato dalla panchina a due minuti dalla fine della partita. Assist ed autogoal. Perfetto!!! Feci finta di infortunarmi e caddi a terra.
Decisi di buttarmi letteralmente: NUOTO.
Tutti i genitori stravedono per il nuoto. Ah il nuoto:
sport completo, fa bene per la schiena, almeno impari a nuotare che non si sa mai, ti viene un fisico da nuotatore ( ma dai, pensavo da giocatore di carling).
Tre anni di nuoto, poi l’inizio delle gare. Prima gara, prima caduta dal trampolino. Giorno dopo ho smesso. La scusa era che i trampolini sono scivolosi. C’era rischio di farsi male. Come non darmi torto.
Poi è arrivato il judo. Due giorni, poi mio cugino si ruppe un braccio. Giorno dopo avevo mal di testa, mal di denti e anche un poco di male alla patatina .
Niente Pelé, solo pelé,pelado, o come dice mia figlia “Un papone che ha PERSO i capelli, andiamo a cercarli”
E poi è arrivato il karate. Ho iniziato, mi ha affascinato, mi ha coinvolto, mi ha insegnato a controllare il mio corpo, le mie pulsazioni. Ho imparato che la coordinazione parte dalla testa e arriva alle braccia e alla gambe. Ho imparato che si può avere paura e il coraggio sta nell’affrontare la paura.
Ho imparato che il vincitore nello sport è colui che usa correttezza, rispetto verso se stesso e verso il prossimo. Vuol dire anche non ridicolizzare o sottovalutare l’avversario.
QUANDO LO SPORT FA MALE
Tralasciando le condizioni per cui lo sport potrebbe fare male. Cioè, parlandoci chiaro se io provassi a fare oggi una corsa di 5 km senza mollare, molto probabilmente rischierei un attacco di cuore ( ma anche se mangiassi 8 kg di panna montata).
Lo sport fa male ( soprattutto ai bambini) quando:
- viene vissuto con ansia da prestazione ( intendo l’ansia del genitore che sbraita spesso nelle tribune).
- nonostante la fatica e la determinazione, non ci si diverte più. Perché lo sport deve divertire. Deve essere un piacere.
- si confonde lo sport con l’essere supporters, tifosi, rompiballe e critici verso chi pratica veramente sport.
- si piange e si sta male senza analizzare le prestazioni. Quando il malessere diventa generale.
LO SPORT E’ VITA
Ho imparato che ad allenare i bambini, i ragazzi vuol dire insegnare loro a combattere, valutare, amare e rispettare la vita. Chi capisce che le difficoltà si possono superare, che è normale avere paura, che è sacrosanto aver timore di non farcela, cresce con la consapevolezza che il vincitore è colui che affronta con coraggio, gentilezza e coscienza ciò che gli accade durante l la vita.
Perché in fondo una persona si approccia allo sport come si approccia alla Vita.
Cosa ci vuole nello sport e nella Vita?
- sorrisi e
cazzutaginee risolutezza. - quando ci si
caga sotto dalla pauraabbandona alla paura, ci vuole la fermezza di attraversare con coraggio la paura. - amore, amore e amore verso se stessi ( e non parlo di autoerotismo).
- Consapevolezza che il nostro corpo e la psiche sono volubili. E’ inutile cercare l’infallibilità. Per natura siamo fallibili.
Sorridi e abbi cura di te stesso. Insegna ai tuoi figli che nella Vita e nello sport l’importante non è partecipare, ma essere il protagonista di se stessi, senza doversi sempre confrontare con altri. Ognuno ha il suo percorso, le sue vittorie e le sue sconfitte.

bambini che fanno sport e si divertono
anche sorridere fa bene alla salute
Buona vita e Buon sport.
Che bello questo post, un po’ di nostalgia e tanta sensibilità. Credo anche io che l’approccio verso lo sport non debba includere ansia, un po’ come dico sempre per la lettura. I bambini e le bambine devono essere lasciati liberi di amare queste esperienze nel momento giusto.